Emikrania

Emikrania Flavio Di Renzo trasforma in narrazione visiva i suoi attacchi emicranici durante i quali entra in un non luogo, una dimensione senza riferimenti. Immerge lo spettatore in tutte le fasi di un episodio emicranico dall'aura alle allucinazioni fino ai disturbi transitori della percezione come la parestesia, alterazione degli stimoli sensoriali accompagnata da una sensazione di intorpidimento che può portare a confusione e dissociazione dovute alla perdita di controllo sul proprio corpo. I sensi tradiscono travolgendo l'artista temporaneamente privato della possibilità di comunicare. AWARD WINNER - Premio Combat 2024

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"PIÙ": Un simbolo matematico, un modo di intendere la vita, aggiungendo. Quando la natura ci mostra tutta la sua potenza e noi ci sentiamo impotenti e fragili. Quando la terra frana sotto i nostri piedi. Quando gli eventi ci travolgono. In tutte quelle situazioni in cui dobbiamo fronteggiare accadimenti che vanno oltre la nostra volontà, laddove servono: più coraggio, più valori, più forza, è il momento di recuperare le proprie radici. Di tornare a casa. Tutto cambia ma ciò che conta resta. “La mia Terra, l’Abruzzo, le mie radici raccontate attraverso il corpo di mia nonna Lena che si trasforma in paesaggio. Panorami idilliaci scossi dai terremoti che segnano vite e territori. Più vita, più cuore, più emozione. Più oltre il vuoto che ci abita”. AWARDS WINNER - Arte Laguna Prize - MIA New post Photography - Monovision - Monochrome Award - Annual photo Award - Paratissima, Nice & Fair. Contemporary Vision Prize

Poetica

“Abolisco la rappresentazione della realtà sostituendola con il pensiero. La fotografia materializza le mie visioni. Un immaginario sublime e futuribile. Grandi spazi. Incommensurabili estensioni temporali. Oltre le convenzioni morali e sociali per una nuova poetica dello straordinario contemporaneo, figlio del digitale e del romanticismo”.

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Emilkrania #1

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Emilkrania #2

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"PIÙ": Un simbolo matematico, un modo di intendere la vita, aggiungendo. Quando la natura ci mostra tutta la sua potenza e noi ci sentiamo impotenti e fragili. Quando la terra frana sotto i nostri piedi. Quando gli eventi ci travolgono. In tutte quelle situazioni in cui dobbiamo fronteggiare accadimenti che vanno oltre la nostra volontà, laddove servono: più coraggio, più valori, più forza, è il momento di recuperare le proprie radici. Di tornare a casa. Tutto cambia ma ciò che conta resta. “La mia Terra, l’Abruzzo, le mie radici raccontate attraverso il corpo di mia nonna Lena che si trasforma in paesaggio. Panorami idilliaci scossi dai terremoti che segnano vite e territori. Più vita, più cuore, più emozione. Più oltre il vuoto che ci abita”.

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Echo

Echo, indaga attraverso la fotografia il fenomeno acustico da cui prende il nome il comportamento delle onde sonore, per il quale un suono prodotto davanti a un ostacolo piuttosto lontano, è nuovamente udito nel punto in cui è stato emesso. Gli scatti prodotti sono la sovrapposizione antistante e retrostante contraria dello stesso soggetto in un arco temporale più o meno lungo; vengono realizzati dapprima davanti e poi nel luogo opposto al contrario. Si tratta dunque di una moltiplicazione temporale multiversa

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Echo #1